Spesso ci chiediamo la domenica: cosa facciamo oggi?
Se volete visitare un posto interessante e stimolante – e inspiegabilmente poco conosciuto – il consiglio giusto è il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa alla Certosa di Calci.
Aperto praticamente sempre, a fronte di un modesto biglietto di ingresso (7 euro per adulti e 3,5 euro per i bambini) ci viene offerta una raccolta di reperti che prende vita a partire dalla fine del 1500.
Il museo è strutturato in diverse aree tematiche: le collezioni mineralogiche, le collezioni paleontologiche e le collezioni zoologiche e molto altro.
Alcuni fossili di dinosauro sono stati rinvenuti proprio dalle nostre parti, e gli scavi continuano, molti dei fossili esposti vengono da Pisa e dalle zone limitrofe.
Voluta da Ferdinando I° dei Medici alla fine del 1500, la Galleria è nata e cresciuta grazie agli acquisti che il Museo fa da sempre. Gli esploratori che partivano alla scoperta di nuove parti di mondo, tornavano carichi di reperti ed animali impagliati da cedere alla collezione naturalistica dell’Ateneo pisano. Ogni nuovo oggetto veniva accuratamente inventariato e documentato su appositi registri.
 Sapevate che per far conoscere le nuove specie di medusa, non essendo possibile imbalsamarle e conservarle, queste venivano ricreate in vetro? Un’intera sezione del museo è strutturata come un’affascinante susseguirsi di wunderkammer. Cos’è una wunderkammer? In italiano si chiama gabinetto delle meraviglie ed è un ambiente in cui sono esposte delle collezioni di oggetti rari ed insoliti. I primi musei sono nati proprio così, dalla passione dei collezionisti che hanno raccolto nel mondo gli oggetti più strani.
Il disegno di una vetrina di una wunderkammer preso da internet. Rende abbastanza l’idea di quello che si trova all’interno del museo.
Non c’è sempre una logica nelle esposizioni, in alcune vetrine gli oggetti sono più stravaganti che scientifici, e proprio per questo sono pieni di fascino. Diciamo che chi – come me – è appassionata di oggetti particolari qui può passare delle intere giornate fra barattoli di animali conservati sotto spirito, fossili, manufatti vari, riproduzioni di invertebrate belle come opere d’arte, insetti e oggetti meravigliosi provenienti da tutto il mondo.
La balena di Pinocchio.
Di particolare impatto emotivo è stata l’esposizione degli scheletri dei cetacei. Posizionati al piano secondo, in una sala lunghissima e tutta a vetri, ci passiamo così vicino che ne possiamo ammirare pienamente le dimensioni.Â
Lo sapevate che c’è stato un tempo in cui il narvalo era una specie sconosciuta all’uomo e quando sulle spiagge veniva ritrovato il “dente” lungo circa 2,5 metri e con la forma arrotolata, si pensava che quello fosse il corno del mitologico Unicorno?
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Lo scheletro del narvalo con il mitologico “dente” |
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Lo scheletro del cetaceo sembra un mostro alieno uscito da un film. |
Nel museo ci sono spesso esposizioni temporanee, quando siamo andati noi c’era un’esposizione sull’Egitto con una vera mummia, che era stata “persa” per anni nei magazzini del Museo Egizio di Torino. Segnalo anche l’acquario d’acqua dolce, il più grande d’Italia. Lo spazio esterno poi bello e ben curato e si presta particolarmente bene per un pic ni, dopo la visita di museo e Certosa.
Per quanto abbiamo potuto vedere anche questo Museo non viene abbastanza pubblicizzato.
E’ certamente una tappa da proporre alle scolaresche e una bella gita per famiglie.
Magari la prossima volta uniremo al Museo anche la visita alla Certosa, tenendo conto che di domenica è aperta solo al mattino.
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