Danzica in due giorni: nella culla della storia
Avevo in mente Danzica da un bel po’, soprattutto a causa del Museo della Seconda Guerra Mondiale – probabilmente il più completo del mondo.
Quando finalmente si è presentata l’occasione dei voli al prezzo giusto ho prenotato al volo, e poi ho iniziato a fare i consueti incastri per cercare di vedere il più possibile nel poco tempo a disposizione.
Vista l’imprevedibilità del tempo nel Nord Europa ho pensato a suddividere i due giorni a mia disposizione in “Giorno all’aperto” e “Giorno al chiuso”, e ho lasciato che fosse il meteo a decidere l’ordine delle visite.
Malgrado le previsioni del tempo fossero terribili sono arrivata a Danzica ed ho trovato un bel sole e un cielo completamente sereno: tempo di città e di mare!!
INDICE
Qualche indicazione utile
Volo Ryanair da Pisa diretto
Due notti ad Hostel Universus, in pieno centro storico (Economico e pulito, ho preso una camera singola con bagno in comune e devo dire che praticamente non mi sono accorta degli altri ospiti)
Cambio, telefoni, prese: in Polonia la moneta è lo Zloty (circa un quarto di euro) ma si paga praticamente ovunque con carte. Se non le accettano si può pagare in euro ad un cambio onesto. Prese di corrente come quelle italiane, per il telefono c’è il roaming europeo.
Lingua: molte cose sono solo in polacco 😅, per fortuna c’è Google Lens. L’inglese comunque lo parlano ovunque.
Trasporti: dall’aeroporto al centro io ho preso il bus 210, circa 40 minuti 1,66 euro. (Al ritorno ho speso 20 centesimi, chissà che biglietto ho fatto 😬), ma volendo c’è anche il treno. E ci sono pure Uber e Bolt.
Un consiglio per programmare la visita: dal 26 luglio al 17 agosto c’è la Fiera di Santa Domenica, io ho visto solo le bancarelle pronte per l’inizio ma deve essere spettacolare. Praticamente tutta la città è un mercatino – se potete visitate la fiera!
GIORNO 1 – Centro Storico e Sopot
Il primo giorno, visto tempo bello, l’ho dedicato alla visita del centro storico e ad una gita a Sopot, per vedere il Mar Baltico.
Dall’aeroporto quindi raggiungo direttamente Brama Zlota (basta prendere il 210 dall’aeroporto e scendere ad Hucisko 03) e parto subito per la mia esplorazione
Il centro storico di Danzica
Inizio o la visita da Brama Zlota, la porta d’oro: basta attraversarla per rendersi conto che il centro storico è un vero gioiello.
La cosa principale da dire è che tutta questa zona è stata completamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale perchè era stata danneggiata pesantemente proprio a fine guerra, nel 1945, quando è stata teatro di scontri fra tedeschi ed Armata Rossa che hanno distrutto quasi il 90% della città originale.
La ricostruzione è stata fatta cercando di far rivivere non gli edifici distrutti ma la Danzica del diciassettesimo secolo – al suo momento di maggior splendore. Per cercare di riprodurre più fedelmente possibile gli edifici si sono basati su dipinti dell’epoca – e il risultato è eccezionale.
In pratica è rinata dalle macerie ancora più bella di com’era.
Percorro Ulica Dluga (Via Lunga) dove si affacciano le case dei mercanti – una più bella dell’ altra – e raggiungo il municipio e la piazza Dlugi Targ, la piazza del mercato – vero cuore della città.
Volendo si può salire sulla torre del municipio per vedere il centro storico dall’alto. Io ho preferito il punto di vista dal Campanile della Basilica di Santa Maria.
Quando passeggiate nel centro storico ogni tanto sentirete il carillon del municipio che suona. Allo scoccare di ogni ora c’è una musica diversa – la più bella è quella del mezzogiorno. E’ la colonna sonora della città, un appuntamento irrinunciabile.
Proprio davanti al municipio c’è la Fontana di Nettuno e la Dwor Artusa (la corte di Artù) – un punto d’incontro per i commercianti. Pare che gli interni siano molto belli ma io l’ho sempre trovata chiusa, la solita fortuna 😑
Nel centro storico ho trovato per caso anche un ufficio postale particolarmente bello. Ha il soffitto in vetro azzurro con un’installazione di uccelli in volo che richiamano il cielo.
Sono entrata solo per dare un’occhiata – era l’ora di chiusura – e non ho capito se oltre ad essere bello aveva anche qualche caratteristica storica particolare. Qualcuno di voi ne sa qualcosa?
Se cerco informazioni sul web trovo un altro ufficio postale in cui si è svolta una battaglia per la resistenza il 1 settembre 1939 – ma non è questo. (Comunque se volete approfondire qui è spiegata bene )
Proseguendo la passeggiata si raggiunge la Porta verde (Zielona Brama) e il fiume Motlawa.
Tutte le strade di questa zona sono piccoli gioielli – fra draghi, giardini segreti, ambra e tavolini all’ aperto.
L’isola dei granai
Attraversando il fiume si raggiunge l’isola dei granai dove il design degli edifici è moderno e scenografico.
Danzica era una città mercantile già nel Medioevo – uno dei porti più grandi.
Il fiume Motlawa era una facile via d’acqua per far arrivare merci dal Baltico. Già secoli fa questa zona era destinata ai magazzini di stoccaggio delle merci.
Per aumentare la sicurezza venne scavato il canale Motlawa e quest’area venne trasformata in isola.
Anche questa zona durante la guerra venne pesantemente danneggiata e restò in decadenza per decenni. All’inizio del ventunesimo secolo venne realizzato il progetto Granaria che le ha dato l’aspetto attuale.
Dalla punta dell’ isola dei granai si ha una bella vista dell’ altra sponda e della gru medioevale, la Zuraw.
La Zuraw è la più grande gru portuale dell’epoca medievale, il meccanismo interno è stato ricostruito fedelmente ed è possibile vederlo semplicemente attraversando la porta ed alzando lo sguardo.
La sua altezza di oltre dieci metri dà un’idea precisa delle dimensioni delle navi che transitavano in questo porto – un mercato di scambio ricchissimo.
Sull’isola dei granai ho fatto un giretto, mangiato in un mleczny bar (un bar del latte, tipica tavola calda polacca dei tempi dell’ Unione Sovietica) e poi sono tornata verso il centro storico, percorrendo la Ulica Mariacka con i suoi negozi di gioielli d’ambra. Le case qui sono spettacolari: i pluviali in pietra sono scolpiti in forme strane e fantastiche e le facciate sono una più bella dell’altra.
L’oro del Baltico
Una caratteristica di questa via sono i negozi di gioielli in ambra: il Mar Baltico è un deposito naturale di ambra e nei paesi costieri la lavorazione e la vendita dell’ambra sono attività caratteristiche.
Ho trovato ambra ovunque anche nelle Repubbliche Baltiche (Qui trovi l’itinerario del mio viaggio dell’estate scorsa) ma una concentrazione di botteghe come questa non l’avevo ancora vista – probabilmente qui l’ambra è molto più abbondante.
A Danzica c’è anche un bel Museo dell’ambra ma questa volta non sono riuscita a visitarlo: troppo poco tempo!! Tra l’altro si trova in un edificio storico: il grande mulino. Un mulino imponente di epoca medievale che è rimasto in attività fino al 1945. Un motivo in più per visitarlo.
La Basilica di Santa Maria
Percorro la Ulica Mariacka e raggiungo la Basilica di Santa Maria: una delle più grandi basiliche realizzate solo in mattoni.
Gli interni sono piuttosto semplici, bianchi – anche questa chiesa è stata pesantemente danneggiata dal passaggio della guerra.
Tra le cose notevoli c’è un orologio astronomico molto complesso risalente al quindicesimo secolo. E’ un orologio con fasi lunari e segni zodiacali con un calendario perpetuo di una complessità da perderci gli occhi.
Nella parte superiore c’è un meccanismo che funziona ogni giorno a mezzogiorno.
Pensate che il calendario è stato costruito per fare da datario ufficiale e per vedere in anticipo le date delle festività ed ha una durata di centinaia di anni.
Vi metto una foto nel dettaglio, per dare un’idea di come è stato realizzato.
Sono poi salita sul campanile per dare uno sguardo alla città dall’alto. Notevole anche la possibilità di vedere il soffitto della chiesa dall’alto – non sono cose che si vedono spesso.
Dopo oltre 400 gradini finalmente raggiungo la cima e posso godere del panorama: la giornata è limpida e si riesce a vedere il corso del fiume ed il porto fino al mare.
Sono tornata poi sui miei passi, verso la Motlawa, dove avevo visto la biglietteria delle navi per Sopot: visto il tempo bello ho pensato che fosse una buona idea raggiungerlo via mare.
È anche un modo per vedere tutta la zona industriale dei cantieri navali e farsi un’idea 🙂
Prima di uscire in mare si passa anche davanti a Westerplatte, il posto dove è iniziata la seconda guerra mondiale il 1 settembre 1939.
Sopot
Danzica, Sopot e Gdynia sono considerate un’unica città – una conurbazione che forma un’unica grande città di oltre un milione di abitanti.</p>
Arrivata a Sopot sbarco direttamente sul famoso molo e devo dire che il colpo d’occhio è notevole: una lunghissima spiaggia dorata, un molo di un’eleganza di altri tempi e begli edifici d’ep
oca.
Se si arriva dal paese l’accesso al molo è a pagamento – 9 zloty mi pare
Sopot mi è proprio piaciuta, elegante, vivace, piena di giardini e di verde, con una folla di gente in vacanza che mi ha ricordato un po’ le estati di quando ero bambina – chissà per
ché.
Percorro il molo e poi entro in città per fare un giro sulla Ulica Boatherov Montecassino, la via del corso.
Anche voi vi siete chiesti perchè si questa via si chiama Montecassino?
E’ in ricordo dei soldati polacchi morti durante la battaglia di Montecassino, nel Lazio – soldati che hanno combattuto per la liberazione del nostro paese.
Tra questi ce n’era uno davvero speciale: l’orso Wojtek.
L’orso Wojtek venne adottato nel 1942 in Siria da un gruppo di soldati polacchi che stava viaggiando per unirsi agli alleati.
Al momento di imbarcarsi però scoprirono che non erano ammessi animali a bordo, quindi “arruolarono” Wojtek. L’orso ebbe la sua divisa, il numero di matricola e le razioni giornaliere – proprio come un soldato vero.
Wojtek partecipò anche alla battaglia di Montecassino.
La leggenda narra che l’orso aiutasse a trasportare le munizioni e l’immagine di un orso che trasporta un proiettile è diventata l’emblema della 22a compagnia.
Se vi interessa tutta la storia vi lascio il link: non è una cosa davvero particolare?
Sulla Montecassino c’è anche la Krzywy Domek, la casa storta, ispirata alle opere di Gaudì.
Ho fatto merenda con una zapiekanka formato famiglia seduta ad uno dei tavolini sul corso e poi ho fatto una bella passeggiata in spiaggia.
Spiaggia bella e pulita, mare meh 😅, probabilmente per trovare il mare bello bisogna andare in altre zone. E’ comunque un mare molto vivo: sulla spiaggia ci sono i cartelli che avvisano di non avvicinarsi alle foche ed ai delfini. Magari se ne vedono molti da queste parti.
Uno dei sogni che ho è quello di trovare l’ambra in spiaggia mentre passeggio con i piedi in acqua: non ci sono ancora riuscita – mi toccherà riprovare!!
Per il ritorno a Danzica ho scelto il treno SKM – e qui apro una parentesi sui trasporti pubblici.
Promossi!
Facili da usare, si può fare il biglietto a bordo passando la carta, nuovi, puliti, puntuali, capillari…dimentico qualcosa? Ah, si: sono anche economici!
Un viaggio in Polonia con i mezzi pubblici secondo a me è facilissimo e prima o poi ci proverò – ho molte cose da visitare nella mia famosa lista!
Dopo il check-in in albergo faccio una doccia, riposo un momento e poi esco a cena.
La mia scelta cade sul Pyra bar, specializzato in patate dove ho assaggiato una casseruola di patate e porri al formaggio paradisiaca. Un piatto forse un po’ invernale ma davvero goloso.
Dopo la cena una passeggiata nel centro storico fino a raggiungere il fiume: Danzica la notte è bellissima e piena di vita, fra musica e spettacoli di artisti di strada. Davvero una città stupenda.
GIORNO DUE – Museo della Seconda Guerra Mondiale e Centro Europeo Solidarnosc
Danzica è il cuore della storia del Novecento, a Danzica nel 1939 è iniziata la seconda guerra mondiale.
Sempre a Danzica nel 1980 nasce il sindacato Solidarnosc e il movimento che segnerà l’inizio della disgregazione dell’Unione Sovietica.
Di fatto l’Europa come la conosciamo adesso è nata qui – ed è una cosa che fa venire le pelle d’oca.
In attesa dell’orario di apertura mi concedo una bella colazione con cappuccino e paczki da Pellowsky .
I paczki sono bomboloni ripieni glassati, molto simili agli spurgos lituani che ho mangiato a Kaunas l’estate scorsa.
Alle otto di mattina la città praticamente è tutta per me ed è ancora più bella.
MUSEO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Decido di iniziare dal museo più impegnativo: il Museo della Seconda Guerra Mondiale
Lo sanno tutti: la WWII è iniziata perchè Hitler ha invaso la Polonia, però che l’invasione è iniziata qui è già una cosa un po’ meno risaputa.
Un rapidissimo riepilogo.
Alla fine della prima guerra la Germania venne smembrata fra vari stati e vennero create delle situazioni limite – come quella della città di Danzica.
Danzica era abitata più che altro da tedeschi, ma visto che la Polonia rivendicava un accesso al Baltico venne deciso di rendere Danzica “città libera” – né tedesca né polacca.
Purtroppo per la città però la posizione era troppo strategica, non poteva semplicemente restare libera ancora a lungo. Quando Hitler iniziò ad imperversare per l’Europa Danzica aveva i giorni contati.
(Magari vi interessa approfondire quanto fosse fragile questo equilibrio: qui un bell’articolo del Post )</p>
Il primo settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia a Westerplatte – Danzica – e questo spinse Gran Bretagna e Francia a dichiarare guerra alla Germania il 3 settembre 1939.
Da lì in poi…beh, è Storia.
Il museo si sviluppa nel sottosuolo ed è molto più grande e completo di quello che immaginavo. Se siete appassionati di storia considerate almeno 4 ore per la visita (Ma anche di più).
Si articola in tre sezioni distinte che aiutano a capire molte sfaccettature del racconto.
Si parla di cosa accade prima della guerra presentando i vari “attori”, poi della guerra vera e propria ed infine ci si concentra su cosa è successo dopo la firma della pace .
I museo è adatto anche ai ragazzi, però alcune cose possono turbare le persone più sensibili (Eccomi).
E’ possibile vedere la guerra – e i suoi effetti – in tutti i paesi coinvolti.
Nel museo vengono raccontate storie terribili come quella dell’assedio di Leningrado, viene raccontata la quotidianità della guerra, dei bombardamenti.
E’ un museo che ha un ritmo incalzante, un modo davvero nuovo di raccontare la storia.
Nel finale poi c’è forse la cosa che mi ha fatto riflettere di più – ma non anticipo niente se non che vale la pena fermarsi a guardare il filmato dall’inizio alla fine. Chissà se arriverete alle mie stesse conclusioni?
All’uscita del museo è ora di pranzo e scelgo Montownia, una food hall realizzata all’interno di un capannone del cantiere navale in cui si costruivano sommergibili. Un bell’ambiente industriale e un sacco di scelta di ristoranti da tutto il mondo. Io resto sulla cucina polacca e mi mangio un bel piatto di pierogi mix, a tutti i gusti. Che dire? I pierogi sono sempre una buona idea!
CENTRO EUROPEO SOLIDARNOSC
Raggiungo poi con calma il Centro Europeo Solidarnosc – che secondo me avrebbe dovuto essere meno impegnativo: mi sbagliavo.
Il museo è in una bellissima struttura, moderna e accogliente. Nasce proprio per essere un luogo da condividere, si vede che è un luogo vissuto quotidianamente.
Solidarnosc – che significa “Solidarietà” – è stato il primo sindacato libero in un paese comunista.
E’ nato proprio qui a Danzica nel 1980, negli ex cantieri navali Lenin – proprio nella zona in cui si trova il centro. Subito accanto al museo infatti si può visitare la Sala della sicurezza e dell’igiene del lavoro – dove è nato tutto – e il monumento ai caduti del lavoro del 1970.
Tutto ebbe inizio il 14 agosto 1980 da uno sciopero per il licenziamento ingiusto dell’operaia Anna Walentynowicz. In brevissimo tempo le agitazioni si propagarono in tutta la Polonia creando una situazione senza precedenti.
Gli operai dei cantieri navali Lenin, sotto la guida del loro leader Lech Walesa, esposero un cartello ai cancelli dei cantieri con 21 richieste. Tra queste il diritto allo sciopero, la libertà di stampa e di parola, il riconoscimento dei sindacati liberi.
Una cosa senza precedenti nel blocco est.
Questo cartello adesso è esposto nel museo ed è patrimonio dell’umanità.
Per far finire lo sciopero lo stato polacco accettò le richieste e firmarono un patto il 31 agosto 1980.
Questo però non è il lieto fine di questa storia.
Nei mesi successivi infatti la partecipazione a Solidarnosc aumentò e il fenomeno divenne inarrestabile, tanto da far preoccupare l’Unione Sovietica che questo fuoco potesse estendersi anche agli altri paesi.
La legge marziale del 1981
Senza alcun preavviso quindi il governo polacco decretò la legge marziale il 13 dicembre 1981.
I leader di Solidarnosc vennero arrestati assieme ad altre migliaia di altre persone.
I sindacati furono messi fuori legge i sindacati, e il paese sprofondò in un nuovo inverno.
Solidarnosc però ha continuato ad agire in modo clandestino, continuando a sostenere la resistenza.
In questo periodo Papa Giovanni Paolo II ha avuto un peso davvero rilevante nel cammino della Polonia verso la libertà. Forse è stato l’unico Papa moderno ad aver fatto davvero la differenza.
E’ emozionante poter vedere i suoi discorsi di fronte alla folla oceanica.
La legge marziale finisce ufficialmente nel 1983 ma Solidarnosc continua nella sua clandestinità. Nel 1983 Walesa vince il premio Nobel per la Pace – e non può nemmeno andare a ritirarlo perchè teme di non poter più rientrare in patria.
Le negoziazioni con il governo continuano, ma sono negoziazioni di facciata e le cose continuano a non cambiare. La successiva ondata di scioperi del 1988 fissa un nuovo limite.
Adesso il governo è deciso a contrattare davvero e viene organizzata una tavola rotonda che per la prima volta vede governo ed opposizione al solito tavolo.
La decisione presa è davvero epocale: viene fatta una riforma elettorale che prevede elezioni libere.
Al termine di una campagna elettorale popolarissima il nuovo partito Solidarnosc vince tutto.
La Polonia diventa il primo paese del blocco comunista con un governo non comunista e nel 1990 Lech Walesa viene eletto Presidente della Repubblica. Il cambiamento che tutti stavano aspettando e che ha portato tutti gli stati a lottare per l’indipendenza.
Penso che si capisca che questi due musei mi hanno proprio entusiasmata, non capita poi così spesso di potersi immergere completamente in questi argomenti.
All’uscita dal Centro Solidarnosc inizio a rientrare verso il centro storico ma ho ancora due punti di interesse lungo la strada.
La chiesa di Santa Brigida e l’altare d’ambra
Il primo stop è alla chiesetta di Santa Brigida dove vado appositamente per il monumentale altare d’ambra. Solo una volta lì scopro che è anche uno dei luoghi strettamente collegati a quello che ho appena visto, al movimento Solidarnosc.
Il parroco di Santa Brigida infatti era il confessore di Walesa e negli anni di clandestinità era un centro di assistenza e supporto per gli operai, e un luogo d’incontro.
In Santa Brigida poi viene ricordato Jerzego Popieluszki, cappellano di Varsavia e martire della chiesa cattolica per il suo sostegno a Solidarnosc.
L’altare d’ambra splende nella penombra della chiesa e circonda di luce la madonna nera di Czestochowa – la patrona della Polonia.
Questo altare non è un bene storico, è un’opera non ancora conclusa che sta crescendo grazie alle donazioni dei privati. Il lavoro è iniziato nel 2000 e sta continuando tuttora, il progetto prevede di realizzare un’opera di ben 120 metri quadri – sarà uno splendore.
Prendetevi del tempo per osservarlo, ha una simbologia ricchissima collegata alla storia della Polonia, ai lavoratori morti per gli scioperi, a Solidarnosc. Vi metto un link a questo post davvero completo.
Notevole anche la cripta dove vengono conservate diverse reliquie.
Per qualche motivo infatti questa chiesa resta un po’ fuori dal circuito dei luoghi consigliati – e invece merita assolutamente una visita.
La zona dei canali e dei mulini
Concludo la mia esplorazione nella zona dei mulini, dove vado a cercare la Miller’s Guild House, la casa della corporazione dei Mugnai – particolarmente bella e fuori dal tempo.
Lungo questi canali si possono vedere gli antichi mulini ad acqua – tutta la zona è una piacevolissima isola pedonale.
Ah, se siete nei paraggi non vi perdete i packzi di Dobra Paczkarnia in piazza Dominikanski. Il mio bombolone è farcito con marmellata di rose e il sapore delicato mi riporta immediatamente all’ultimo viaggio fatto e ai profumi della Valle delle rose in Bulgaria.
La giornata si chiude con la cena al Restauracja Dominikanska , ottima cucina polacca e l’ultimo giro in centro durante l’ora blu, quando le luci della città diventano d’oro.Un saluto con la promessa di tornare presto!
Conclusioni
Contrariamente a quello che pensavo a Danzica NON BASTANO due giorni pieni. Le cose da vedere sono davvero tante e anche i dintorni sono ricchissimi di punti d’interesse.
Nella prossima visita vorrei vedere il Museo dell’Ambra, e poi vorrei andare a visitare la zona dei murales di Zaspa – dove decine di opere raccontano la storia della Polonia.
Nei dintorni una gita molto bella sembra essere quella del castello di Malbork e il parco naturale Slowinsky . E poi chissà, magari stavolta troverò l’ambra in spiaggia.
Insomma: questo è solo l’inizio!
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