Sigiriya, patrimonio dell’umanità.
Il palazzo si trova in parte alla base di un enorme ammasso roccioso di natura vulcanica, levigato dagli agenti atmosferici. Altre rovine sono visibili durante la salita e sulla cima.
La forma così insolita è dovuta alla sua origine: la rocca è costruita su una roccia magmatica che si trovava all’interno di un vulcano, ormai completamente eroso. Le pareti a strapiombo costituiscono una splendida difesa naturale, e danno alla rocca un aspetto particolarmente insolito. Questa roccia suggestiva si trova proprio al centro di una vasta foresta, dove vediamo per la prima volta le scimmie in libertà.
La rocca si sviluppava su più livelli: il palazzo vero e proprio sorgeva sulla sommità – adesso non è rimasto praticamente niente. A circa metà salita si trova una terrazza con l’antica porta del leone, di cui restano soltanto i resti zampe maestose. In questi terrazzamenti si ritrovano gli antichi camminamenti delle guardie e – a sorpresa – anche un muro coperto di affreschi particolari.
Queste sono le fanciulle di Sigiriya (Foto da internet), le protagoniste di una serie di affreschi che hanno resistito ai secoli, protetti dalla roccia stessa. Gli affreschi visibili sono in un anfratto della roccia, e rappresentano donne sensuali, raffigurate nell’atto di offrire doni. Le ipotesi su queste pitture sono numerose, una delle più accreditate è che raffigurino le concubine del sovrano. A noi è permessa la vista di un solo gruppo di pitture, scopro solo in seguito che sono molte di più. (Foto da internet)
Una volta raggiunta la terrazza l’arrampicata prosegue da una scala “protetta” dalle zampe di un leone scolpite nella roccia. Sospesi sopra di noi – ma a distanza di sicurezza – vediamo dei giganteschi alveari che brulicano di insetti. Uno spettacolo un po’ preoccupante.
Sulla terrazza intermedia il sentiero passa in un punto racchiuso da muri. Passando distrattamente si notano solo delle scritte graffiate nella pietra, e lo sono, ma hanno centinaia di anni. Questo significa che la brutta abitudine di lasciar traccia del proprio passaggio sui monumenti non è una prerogativa dell’età moderna!
Durante la scalata della vetta possiamo ammirare dall’alto quello che rimane del palazzo. Quelli che si vedono sono i giardini, con vasche e fossati. Da terra non ci si rende conto della vastità del complesso.
Maggiori informazioni su Wikipedia.
Qui l’itinerario del nostro viaggio.
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