L’inferno di Larderello
Nel cuore della Toscana c’è un posto in cui il dolce paesaggio collinare con vigneti e cipressi non esiste. Al suo posto ci sono colline aspre e boscose, rivestite di enormi condutture lucenti e punteggiate dal vapore delle ciminiere di raffreddamento e delle fumarole. Vi sto parlando di Larderello, in provincia di Pisa: il cuore di una grande zona che presenta caratteristiche geologiche rare. Questa zona è come un’enorme pentola a pressione, il calore delle viscere della terra trasforma l’acqua delle falde in vapore ricco di boro e di altri minerali
Qui la terra fuma e fischia, il fango ribolle, dall’acqua dei laghi si levano vapori di zolfo e di altre sostanze che incrostano la terra. Un posto ideale per trascorrere la Pasqua, no? Da questo posto Dante Alighieri ha iniziato ad immaginare il suo inferno: devo dire che non è un grande sforzo di fantasia!
Partiamo con calma da casa e seguiamo la costa fino ai dintorni di Cecina, poi pieghiamo decisamente all’interno, attraversando un paesaggio di colline dolcissime e paesini appollaiati sui cucuzzoli. Il paesaggio però piano piano cambia, le colline diventano più brulle e boscose, con vaste zone nude, ed iniziano le condotte del vapore.
Ecco, stiamo entrando nella valle dell’inferno, un territorio completamente diverso dalla Toscana che tutti conoscono! Ben presto iniziamo a trovare le centrali geotermiche, tutto questo territorio è punteggiato da questi impianti ad alta tecnologia, ed il numero delle centrali è destinato a salire ulteriormente. Qui si produce energia elettrica sfruttando il vapore riscaldato dalla terra stessa, l’energia più ecologica che si possa immaginare! Naturalmente questo non è l’unico uso del vapore, viene usato anche come sistema di riscaldamento per paesi ed attività industriali. (Segnalo un birrificio che produce utilizzando i vapori geotermici: senz’altro un’attività molto interessante da visitare, io ol’ho scoperta solo dopo la nostra gita! Si chiama Vapori di Birra e si trova a Sasso pisano, uno dei punti più ricchi di fenomeni legati alla geotermia)
La nostra prima tappa è Larderello, la città nata per l’impianto di lavorazione dell’acido borico, di cui sono ricchissimi i lagoni, in quella zona.
Cos’è un lagone? E’ uno dei fenomeni di cui la zona è ricchissima.
Un lagone una cavità da cui fuoriescono gas e vapori. Spesso dalla condensa di questi vapori si raccoglie dell’acqua. Per vedere uno dei lagoni originariamente utilizzati nell’industria del boro basta andare nel piazzale dietro al centro visitatori del museo di Larderello.
Andiamo a colpo sicuro a visitare il Museo della geotermia: lo conosciamo già, ma è sempre il punto di partenza ideale per una visita in questo strano mondo.
MUSEO DELLA GEOTERMIA
Qualche notizia utile: i biglietti si acquistano al centro visitatori che è subito sotto. Aderisce al programma “Domenica al museo” e quindi l’entrata è gratuita nella prima domenica del mese. Al centro visitatori si può acquistare anche il biglietto per un’esperienza senz’altro poco comune: la visita di un “geyser” locale. Una manifestazione che dà un’idea piuttosto precisa di cosa abbiamo sotto ai piedi!!.
Il museo è piccolo ma bel organizzato e ripercorre la storia dello sfruttamento dell’area fin dai tempi degli etruschi.
La parte che ho trovato più interessante però è quella che narra la storia più recente, inizata con l’estrazione e la lavorazione del boro e proseguita con la scoperta della possibilità di produrre energia elettrica.
Inizialmente per estrarre il boro venivano usate caldaie alimentate a legna, un sistema costoso e poco efficace, ma De Larderel trovò presto un sistema economico e facile: l’utilizzo dei vapori naturali per la lavorazione. E’ stato il primo caso mondiale di sfruttamento dell’energia geotermica. I record però non finiscono qua, perchè a inizio Novecento grazie all’ingegno del principe Ginori-Conti viene scoperto un sistema ancora più moderno e redditizio di sfruttare l’energia naturale del centro della terra: la produzione di elettricità.
Grazie alla sua scoperta l’Italia è stata l’unica nazione a sfruttare questa risorsa fino al 1952, poi le tecnologie si sono diffuse in tutto il mondo. Da allora la ricerca continua ha portato ad innovazioni che rendono sempre più conveniente la produzione di energia da questa fonte. Forse presto arriveremo a sfruttare appieno tutte le potenzialità del nostro territorio!
Nel museo della geotermia di Larderello è possibile vedere una piccola dimostrazione di cosa rende questa area così particolare, e grazie a filmati e a perfette ricostruzioni di modellini in scala possiamo seguire con facilità la storia di questa zona.
Naturalmente nel museo si parla anche del paese di Larderello, che prende il suo nome da De Larderel e che costituisce un esempio di insediamento nato per servire l’attività produttiva. In una parte che ho trovato molto interessante c’era un piccolo elenco delle attività ricreative del dopo lavoro, e tra queste c’era la banda del paese. Tale banda era rinominata la “Banda Nera” perché l’aria di Larderello faceva ossidare l’ottone degli strumenti molto più in fretta del normale.
La visita richiede circa un’ora e mezzo e all’uscita abbiamo prenotato una visita ad un soffione.
Non sapevamo esattamente cosa aspettarci, e quando la guida ci accompagna ad un enorme rubinetto in una conduttura di metallo ci guardiamo intorno un po’ perplessi. La guida si infila le cuffie antirumore e controlla la direzione del vento, poi ci accompagna in un punto sicuro, fuori dalla portata dei vapori.
Apre il rubinetto e libera il vapore imprigionato.
E’ uno spettacolo apocalittico, inizialmente il suono del vapore è quasi soffice, poi aumenta fino ad arrivare ad un’intensità assordante, il rumore di un aereo che decolla in confronto è un sussurro.
Ci tappiamo le orecchie, il rumore sta diventando doloroso, e la guida chiude il getto in un attimo.
Dopo questa dimostrazione di potenza la guida ci dice che questo è uno dei soffioni piccoli, e quella conduttura è di un pozzo in disuso scavato negli anni cinquanta. Nelle conduttore di adesso la quantità di vapore è dieci volte tanta, la potenza è inimmaginabile.
Che dire: dimostrazioni di questo genere aiutano a capire bene cosa c’è davvero nel cuore della terra!! Qui a Larderello poggiamo i piedi sulle fornaci della terra.
SASSO PISANO
Dopo la dimostrazione improvvisiamo un pic nic a lato della strada e poi ripartiamo per Sasso Pisano.
Qui le manifestazioni geotermiche sono così numerose da assomigliare ad un museo a cielo aperto.
Un percorso di trekking accompagna alla scoperta di questi fenomeni, disseminati sulle colline attorno al piccolo paese di Sasso Pisano. Non siamo attrezzati per camminare in montagna quindi facciamo solo una piccola parte del sentiero, alla scoperta pietraie fumanti, lagoni in formato mini e putizze puzzolenti. Nella foto sopra un lagone in versione “mini”. Queste colline sono disseminate di queste pozzanghere bollenti, in certe zone è possibile vedere dei veri e propri laghetti di fango ribollente. Senz’altro non sono uno spettacolo comune!!Il percorso è indicato chiaramente e disseminato di cartelli con le spiegazioni legate ai fenomeni visibili. Anche qui c’è da restare incantati: le rocce sono incrostate di minerali biancastri, e il giallo dello zolfo è ovunque. Le pietre sono innaturalmente calde, i vapori bruciano la pelle e la terra soffia e sibila ovunque. E’ un piccolo incantevole inferno a nostra disposizione!
Nel paese di Sasso Pisano poi è possibile visitare un centro termale all’aperto (Consultate il sito, a inizio aprile la stagione non era ancora iniziata) o fare il bagno in un laghetto termale. Cosa ancora più particolare è il percorso che porta ad un grande lavatoio comune nascosto nel bosco. Cosa c’è di speciale? Beh, quanti lavatoi con l’acqua termale conoscete? Le donne che vivevano qui avevano il lusso dell’acqua calda naturale!
La nostra giornata prosegue con una passeggiata a Volterra, per fare merenda e per gironzolare un po’.
Il centro storico è splendido e tranquillo, nonostante la giornata di festa. Torniamo a casa stanchi ma pieni di entusiasmo: Buona Pasqua geotermica!!
Qualche consiglio utile per il trekking a Sasso Pisano
– scarpe adatte per il trekking, e cappellini per il sole se andate a primavera inoltrata o peggio ancora in estate. Occhio perché qui di ombra ce n’è poca! Portatevi da bere, può fare davvero caldo.
– seguite il sentiero e attenzione, anche se le fumarole possono sembrare carine ed innocue bruciano sul serio!
– rispettate le aree transennate, se non vi fanno avvicinare è perché i fenomeni che possiamo vedere sono pericolosi da distanze troppo ravvicinate.
– il percorso non è adatto a passeggini
Per creare un percorso tematico fra i fenomeni termali in Toscana vi consiglierei di scendere ancora più a sud per vedere le zone termali della Val d’Orcia.
Per vedere dei classici paesaggi toscani – ma in zone meno conosciute – invece vi consiglierei l’Orciano Pisano e le meravigliose colline di Lajatico.
Se invece il vostro interesse si concentra sulle vecchie strutture industriali una visita della ex miniera di rame di Montecatini Val di Cecina vi piacerà senz’altro.
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