Gita al museo delle miniere di Montecatini Val di Cecina
.Da sempre miniere e cave sono la nostra passione e quando mio fratello mi ha parlato delle miniere di rame di Montecatini Val di Cecina (PI) abbiamo deciso di visitarla.
Per il primo maggio non avevamo fatto programmi e quindi ecco l’occasione giusta: partiamo!
Scarpe comode e giubbotti pesanti. Non serve poi una grande attrezzatura per visitare una miniera.
Arriviamo dopo un viaggio tra le meravigliose colline della zona e la visita guidata sta già per iniziare.
Dall’esterno non sembra proprio una miniera, e quando entriamo in un edificio da una normalissima porta sembra tutto molto strano.
Eppure anche i minatori nel 19° secolo entravano proprio da qui, quasi come se entrassero in un ufficio e non nella miniera di rame più grande d’Europa, la miniera di montecatini Val di Cecina.
Ci rendiamo conto fin da subito che la nostra guida Lucia parla con passione e coinvolgimento della storia della miniera, e ci parla di tutti i dettagli più interessanti, inserendo nella spiegazione anche racconti che provengono dalla sua storia familiare.
La sua voce ci affascina e ci trascina, e quando entriamo nella miniera vera e propria siamo già catturati dalla storia: è affatto difficile immaginare le condizioni di lavoro dei minatori all’epoca.
La miniera, come molte nella zona, è conosciuta ed utilizzata fin dai tempi antichi, ma lo sfruttamento industriale vero e proprio iniziò nel 1827 e durò fino all’inizio del ventesimo secolo, quando la vena di rame fu murata e la miniera venne chiusa.
La storia che ci racconta Lucia è la storia dei minatori che hanno lavorato qui, in condizioni difficilissime: con enormi sbalzi di temperatura – dai dieci gradi del primo livello si passa agli oltre 40 del decimo, scavando quasi tutto a mano, al buio, in ambienti pericolosi. Un lavoro di grande fatica che richiede il nostro rispetto.
Fra gallerie di scavo e pozzi di aerazione la miniere si estendono per oltre 35 chilometri sotto questa collina, fino ad una profondità di 315 metri circa – Pozzo Alfredo (Come la torre Eiffel, capovolta ed infilata nel cuore della terra). I materiali utilizzati per scavare e puntellare le pareti sono stati prodotti appositamente per la miniera dalla società Montecatini, un’attività di quelle dimensioni ha dato lavoro a tutti i paesi dei dintorni.
Quando entriamo nella miniera vera e propria Lucia ci avvisa che nei cunicoli ci sono alcuni pipistrelli, che sono diventati le mascotte delle guide. Non fa in tempo ad avvisarci che avvistiamo il pipistrello Marcello, che ci svolazza attorno per parte del tragitto e che rende la visita decisamente particolare.
La miniera di Caporciano è chiusa dall’inizio dal ventesimo secolo. Nel corso degli anni l’incuria e la mancata manutenzione l’avevano fatta andare velocemente in decadenza, fino a quando nel 2001 l’area è stata ripulita. Sono iniziati così i lavori che hanno permesso la riapertura a scopo turistico di una piccola parte delle gallerie.
Il primo livello è accessibile, e i livelli fino al quinto sono pressoché intatti, anche se non aperti al pubblico.
Sotto il quinto livello sono riusciti a scendere degli speleologi che hanno raggiunto il decimo piano sotterraneo: un vero inferno di calore ed umidità.
La galleria aperta al pubblico è come un museo dell’epoca industriale.
Una volta usciti all’aria aperta andiamo a visitare i due pozzi verticali, che costituivano il punto d’uscita dei materiali provenienti dagli scavi.
Nel primo pozzo il sistema dei montacarichi funzionava grazie al lavoro dei cavalli.
Per un secondo pozzo più profondo venne instalalto un meccanismo alimentato da una caldaia a vapore. Questo montacarichi tirava su materiali e persone per oltre 300 metri.
La torre dov’è ospitato il meccanismo ha un suo fascino: invece di apparire come un brutto edificio industriale assomiglia alla torretta di un castello.
La visita prosegue negli edifici ristrutturati dove avevano sede gli uffici della Montecatini e dove è possibile visionare registri e documentazione dell’epoca. Ancora una volta resto stupita dalla nostra guida che sa raccontarci un epoca così diversa dalla nostra. Ha la capacità di riportarla in vita.
La visita – della durata di un’ora e mezzo – termina alla biglietteria, dove sono custoditi alcuni minerali di rame. Sassi verdolini che hanno cambiato la storia.
Che dire? Anche se pensate di non essere appassionati di miniere questa merita una visita. E’ diversa da tutte le altre viste finora grazie a Lucia che l’ha resa unica!
Per informazioni su orari e giorni di apertura della miniera di Montecatini Val di Cecina vi rimando al sito ufficiale Musei Val di Cecina.
La nosrta giornata porosegue sulle colline di Lajatico, al Teatro del Silenzio.
Commenti recenti