Tre giorni a Istanbul – fra Europa ed Asia
Che vi posso dire di Istanbul? Non so nemmeno da dove iniziare.
Quando si è presentata l’occasione di partire ci ho pensato su qualche giorno: è una città complicata? Me la sarei cavata da sola?
Le solite domande che mi faccio quando – in preda all’ansia – valuto i pro e i contro.
In questo caso nei pro c’era il fatto che vorrei visitare Istanbul fin da quando ero bambina, che il fascino di una città divisa fra due continenti per me è irresistibile e che finalmente i prezzi dei voli erano quelli che stavo cercando.
Nei contro invece le solite cose: come me la caverò con la lingua? Avrò problemi a capire come usare i trasporti? E il telefono? Funzionerà?
Razionalmente dovrei aver capito che in qualche modo mi arrangio, però dal punto di vista delle emozioni ancora non ci siamo – ci sto lavorando.
Ecco, chi è ansiosa come me magari può sentirsi rassicurata da queste indicazioni:
– la lingua: in qualche modo vi farete capire e capirete. Molti parlano inglese, moltissimi spagnolo – si riesce a farsi capire.
– lo smartphone : per chi ha Wind posso confermare che il Travel Pass Weekly funziona ovunque ed è molto facile e conveniente. Per chi non ha Wind non saprei dire, ma male che vada le SIM le vendono ovunque.
– il cambio: io ho portato degli Euro e li ho cambiati sul posto – in questo caso è stato più conveniente così che prelevare contanti. Non serve cambiare molto, hanno il pos ovunque. Attenzione naturalmente ai tassi di cambio, ci sono grandi differenze fra una zona e l’altra e molti applicano commissioni.
– i trasporti: molto economici ed efficienti, conviene fare la carta ricaricabile che vale per tutti i mezzi. Io volevo fare quella ma ho trovato la macchinetta antipatica che funzionava solo in turco e per sbaglio ho fatto il carnet da 10. Capita.
Cercate di avere le idee chiare quando acquistate dalle macchinette perché le schermate sono a tempo, se non si agisce in fretta si deve ripartire dall’inizio. (Cosa che naturalmente ho fatto. E rifatto. E rifatto.)
– trasferimenti da e per l’aeroporto Istanbul Sabiha Gokcen: ho prenotato il transfer con Booking.
Arrivando la sera e ripartendo la mattina presto ho scelto la soluzione più semplice, anche se non la più economica. Se – anzi, quando – ci tornerò opterò senz’altro per i mezzi pubblici, che sono numerosi e facili da utilizzare. L’aeroporto si trova nella parte asiatica, considerate almeno 45 minuti per gli spostamenti (All’arrivo però – forse anche a causa dell’orario – ho impiegato un’ora e mezzo)
Adesso qualche indicazione sull’organizzazione del viaggio:
Volo: Pegasus Bologna – Istanbul a/r.
Pegasus è una low cost, i servizi a bordo sono a pagamento, bagaglio a mano compreso nel prezzo.
Albergo: prenotato con Booking in zona Sultanahmet, Hotel Grand Peninsula, pernottamento e prima colazione.
Mi sono trovata molto bene, camera pulita e accogliente, colazione abbondante e varia servita su una terrazza con vista Bosforo. Un piccolo lusso che ho apprezzato molto.
La zona in cui si trova l’albergo è tranquilla, piena di localini aperti la sera, a due passi da Santa Sofia e dalla Moschea Blu.
Pasti e servizi: in genere ho trovato Istanbul molto economica, i trasporti sono particolarmente capillari e ben indicati, molto più economici di quello che pensavo. (Situazione al dicembre 2022 – Al gennaio 2024 i prezzi sono molto aumentati, vi consiglio di consultare i siti ufficiali delle attrazioni)
Ho avuto a disposizione tre giorni pieni per visitare la città e li ho suddivisi in questo modo:
INDICE
PRIMO GIORNO – Sultanahmet, il cuore di Istanbul, la parte più antica, piena zeppa di monumenti ad ogni angolo.
Inizio dalla Moschea Blu – che però al momento della mia visita è in ristrutturazione (Dicembre 2022). Non c’è niente da vedere , gli interni sono completamente nascosti dai ponteggi. (Ingresso gratuito)
Seconda tappa: la moschea di Santa Sofia. Un edificio grandioso con secoli di storia. Dopo esser stato chiesa, basilica, moschea, museo adesso dal 2020 è tornato ad essere moschea. (Ingresso gratuito fino al 15 gennaio 2024)
Una cosa da sapere sulle moschee di Istanbul
L’ingresso è spesso gratuito e sono aperte dall’alba al tramonto.
Non si può entrare durante i momenti di preghiera – che in genere sono indicati chiaramente all’ingresso.
Nelle moschee più grandi ci sono ingressi appositi per i turisti: seguite le indicazioni.
Si entra solo con un abbigliamento appropriato e le donne devono coprirsi il capo, se non avete sciarpe con voi è spesso possibile trovarle all’ingresso.
Prima di entrare bisogna togliersi le scarpe e lasciarle nelle apposite scaffalature: nelle moschee più grandi troverete addirittura le scaffalature numerate e divise per settori, per aiutarvi a ritrovarle.
Visto che l’ingresso è gratuito all’uscita sarebbe meglio lasciare una piccola offerta.
Una curiosità sulle moschee: se avete bisogno di andare in bagno…cercate una moschea.
Si, va bene, sembra un consiglio leggermente offensivo, ma i bagni pubblici delle moschee sono pulitissimi, sono un ottimo ripiego.
Sono tutti a pagamento, quindi cercate di avere spiccioli a disposizione.
La terza tappa è il motivo per cui sono qui: la Cisterna Basilica . (Aperto tutti i giorni, costo 190 TL – Prezzo del dicembre 2022)
Un luogo di un fascino incredibile, le mie aspettative erano altissime eppure è ancora più bella di come la immaginavo. Un immenso spazio sotterraneo, un’antica cisterna con un velo d’acqua sul fondo in cui si riflette una selva di colonne.
All’uscita dalla Cisterna Basilica mi concedo una merenda in una pasticceria tipica e assaggio per la prima volta i favolosi dolci turchi: un tripudio di frutta secca e zucchero, una botta di energia!
Dopo la baklava riparto quasi di corsa per la tappa successiva: il favoloso Topkapi, patrimonio dell’umanità.
Il palazzo dei sultani è organizzato in spazi che via via introducono al cuore vero e proprio della corte. (Chiuso il martedì, costo palazzo + harem 420 TL – Prezzo del Dicembre 2022 )
Al momento dell’acquisto del biglietto ho optato per l’ingresso aggiuntivo all’Harem, la zona più privata del palazzo, la zona proibita (Haram). C’è un contrasto affascinante fra l’oggettiva ricchezza degli ambienti e la chiusura verso l’esterno. Una vera e propria gabbia dorata con equilibri delicatissimi.
Ve ne parlerò in modo più dettagliato nel post dedicato, qui aggiungo solo che avrebbe meritato una bella visita guidata. L’audioguida è proprio insufficiente, purtroppo. Tempo di visita: direi che tre ore sono proprio il minimo indispensabile.
All’uscita dal Topkapi è sera ed inizio a rientrare: prima attraverso il parco Gulhane e poi passo dietro a Santa Sofia, in una via fiancheggiata dalle bellissime case in legno caratteristiche. Queste sono state tutte ristrutturate da pochi anni e adesso sono un albergo diffuso, la via si chiama Sogukcesme Sokak ed è una vera chicca.
Per la cena scelgo un locale in cui fanno il testi kebab, un piatto di carne e verdure cucinate all’interno di un’anfora di terracotta sigillata: il locale si chiama Sato’s ed è molto accogliente e caratteristico.
Adesso è necessario specificare una cosa riguardo a questa giornata: io non ho trovato code, l’inizio di dicembre non è un momento di alta affluenza turistica.
Non ho avuto tempi morti in attesa, quindi in un solo giorno sono riuscita a vedere moltissimo, senza bisogno di ricorrere a biglietti salta coda o a ingressi dedicati.
Ho notato comunque che all’orario di apertura c’è molta meno gente, vale la pena svegliarsi prima ed entrare a inizio giornata.
SECONDO GIORNO: fra bazaar, piccoli lussi e panorami iconici.
Il secondo giorno ho in mente due o tre tappe, ma come al solito cedo all’improvvisazione.
La prima tappa è il Gran Bazaar : uno smisurato mercato coperto, così grande che conta oltre sessanta vie, e più di 4000 negozi.
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Pur essendo un posto unico il Gran Bazar non è come lo immaginavo, quindi gironzolo un po’ fra i vari negozi e poi punto verso l’uscita. Proprio accanto all’uscita noto il locale dove voglio andare a pranzo: Nusr-Et – forse lo conoscete meglio con il nome Salt Bae.
Le strade immediatamente fuori dal Gran Bazar sono molto più interessanti per me, e mentre punto verso il Bazar egiziano faccio unbagno di folla e mi fermo ad ogni negozietto.
Il Bazar delle Spezie – conosciuto anche come Bazar Egiziano – invece è esattamente come lo immaginavo, troppo turistico, con le botteghine troppo uguali, troppo ordinate.
Nella mia idea di itinerario adesso dovrei attraversare il ponte di Galata per andare verso la parte più centrale della città, ma la mia attenzione viene attirata da una piccola barca per fare le gite sul Bosforo: partirà fra pochi minuti e la gita costa solo quattro euro. Salgo a bordo al volo e mi godo il fuori programma.
La mini crociera dura un’ora e mezzo e quando rientro è ora di pranzo: mi tolgo lo sfizio di pranzare da Salt Bae e devo dire che sanno come si fa spettacolo! (Attenzione: da Nusr-et si può spendere tantissimo, cifre impressionanti, ma qui ad Istanbul è veramente alla portata di tutti quindi non fatevi intimidire!)
Dopo pranzo torno al ponte e lo attraverso per raggiungere la Torre di Galata dove salgo per vedere la città dall’alto da una posizione privilegiata. (Aperta tutti i giorni, prezzo biglietto 175TL – Prezzo dicembre 2022 )
Per la pausa-merenda scelgo un posto davvero speciale: la patisserie del Pera Palas Hotel.
Il Pera Palas è uno degli hotel storici della città, avrei voluto vedere la camera in cui Agatha Christie ha scritto Assassinio sull’Orient Express ma non è visitabile: peccato!
Passeggio in zona fino a che non arriva la sera, poi inizio a rientrare con calma, godendomi ogni passo.
Cena al Mesale Restaurant & Cafè – un grande locale con musica dal vivo, subito a ridosso della Moschea Blu.
TERZO GIORNO: il vecchio e il nuovo
Nei giorni precedenti mi sono sempre mossa a piedi ma oggi le distanze fra i posti che vorrei visitare sono eccessive, dovrò usare i mezzi. La prima sfida della giornata è proprio quella di acquistare il biglietto giornaliero.
Sulla carta sembra facilissimo: vado alla macchinetta, seleziono il biglietto che voglio, pago e via.
In pratica invece trovo macchinette che non accettano la mia carta e macchinette che la accettano ma hanno le istruzioni solo in turco: ok, ce la posso fare.
No, perché le istruzioni sono a tempo, non riesco nemmeno a capire cosa sto guardando e la procedura si interrompe e riparte dall’inizio. Faccio 4 tentativi a vuoto e al quinto scelgo un biglietto che più o meno costa come il giornaliero: lo provo sul tram e funziona. Un viaggio è andato, poi si vedrà.
(Scopro solo al quarto viaggio che non ho acquistato il giornaliero ma un carnet da 10 viaggi – va bene così)
Prima tappa: la moschea di Solimano, la seconda moschea più grande di Istanbul e luogo simbolo.
Si trova sulla cima di una delle colline che si affaccia sul Corno d’Oro, il suo profilo è inconfondibile.
Proseguo per i quartieri di Fener e Balat: mi basta fare due passi per rendermi conto che questa zona presto fiorirà.
A Fener, l’ex quartiere greco, le viuzze sono fiancheggiate da casette fatiscenti e piccoli locali e botteghe colorate ed originali. Tra le varie cose che ho annotato qui c’è anche un locale davvero speciale: il Naftalin K., un locale dove i gatti sono il pezzo forte. Posso forse lasciarmelo scappare?
Posti come Fener e Balat secondo me si godono di più se ci si perde, quindi faccio quello che mi riesce meglio.
Inizio a procedere a caso, trovandomi a volte in cortili pieni di ortiche, altre volte in graziosi angoli con negozietti pittoreschi. Trovo una scala con gli scalini dipinti di tutti i colori e mi arrampico su per il fianco della collina, verso Balat.
Qui le case sono diverse, questo era l’antico quartiere ebraico e adesso è pieno di cantieri di ristrutturazione.
Cerco – e trovo – la famosa Kiremit Caddesi, la strada delle case colorate.
Al momento della mia visita le case della via erano un mix affascinante di cura e decadenza: alcune facciate ristrutturate in modo colorato ed originale ed altre in stato di totale abbandono. Non credo che questa situazione durerà ancora per molto, scendendo lungo la via ho contato oltre venti cantieri. Presto avrà un volto nuovo.
Riprendo il tram, stavolta sono diretta nel quartiere di Galata, voglio percorrere la Istiklal Caddesi fino a piazza Taksim, il cuore della Istanbul europea.
Il contrasto fra i quartieri diroccati e fascinosi della città vecchia e questa via così europea è veramente estremo: evitate di vederle nel solito giorno!
Si capisce che non mi ha entusiasmata? Una fila di negozi come quelli di qualsiasi altra città, grandi magazzini tutti uguali – non per modo di dire, sono tutti uguali o quasi – bar e locali di catene che si ripetono ad intervalli regolari.
Mi consolo con una merenda in un locale che è sempre una certezza, Hafiz Mustafa 1864.
(Se volete assaggiare qualcosa di davvero speciale provate questo dolce: è a base di latte ed è qualcosa di indimenticabile!! Anzi, qualcuno sa cosa sia?Nota: l’ho scoperto a Skopje in Macedonia, si chiama Trilece ed ha origini albanesi)
Per “tornare” ad Istanbul comunque basta prendere una traversa qualunque: troverete gallerie elegantissime, vicoletti con negozietti di rigattieri, chiese e cortili.
Nel tardo pomeriggio inizio a tornare nella “mia” zona, ho una mezza idea su come impiegare un paio d’ore in modo squisitamente turco: andrò in un hammam. Ho scelto gli Alaturk Bath e devo dire che è stata un’esperienza a cinque stelle.
L’hammam in due parole
La sauna e bagno di vapore preparano la pelle allo scrub con i guanti di seta tradizionali.
In questa operazione ho perso vagonate di pelle morta, tanto da farmi temere di essere stata spellata viva.
Subito dopo i maltrattamenti però arrivano coccole lussuosissime: un bagno di schiuma, un massaggio e poi una mezz’ora di piscina con idromassaggio, tutto completamente a mia disposizione.
So che sembra la classica frase fatta ma vi assicuro che l’hammam mi ha letteralmente rimessa a nuovo, e rivestendomi ho avuto la sensazione di avere la seta sulla pelle, è bellissimo.
Da ripetere assolutamente – appena scorderò quanto è bollente il bagno di vapore.
Finisce così la mia mini vacanza in una città che avrebbe richiesto almeno due giorni in più.
Il primo assaggio di Istanbul e della Turchia mi ha riempito gli occhi di meraviglia e di curiosità, spero di tornare presto!
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